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9.3.24

La genialità dei francesi nel disegnare automobili

 Noi italiani percepiamo una certa rivalità in diversi settori con i francesi, dalla moda allo sport al design (non sull'alimentazione per favore, in cui siamo superiori a qualsiasi altro paese al mondo per varietà e bontà dei nostri piatti e dei nostri prodotti, almeno finchè non ci costringeranno a buttare tutto nel mare per importare e mangiare mer.. da altri posti meno attenti, uso un eufemismo, alla qualità, cosa che in parte sta già succedendo purtroppo...). Ma torniamo a noi. Due cose mi piacciono dei francesi: il modo in cui sanno protestare contro le ingiustizie o quando il governo prende decisioni che non piacciono ai cittadini (vedi lo splendido video in cui gettano merda sul palazzo del Parlamento - se pensiamo ai nostri scioperi generali fatti solo di venerdì per dare meno fastidio e allungarsi il fine settimana...) e la creatività con cui disegnano automobili.

 In fatto di design delle macchine i francesi sono i migliori! La 2 CV (che in verità ho scoperto aver disegnato un italiano, ma sono i francesi ad averla prodotta), la Espace, la Twingo, adesso la Ami elettrica: genialità e fantasia, inventiva.

 Quest'ultima, da molti vista come una orribile automobilina, è in realtà un colpo di genio: somiglia a quei cani di cui non distingui il muso dal sedere perché sono uguali, fatto salvo che per fortuna camminano in avanti e non indietro... La Ami elettrica ha il muso e il retro uguali ed interscambiabili, così come le portiere, che infatti si aprono al contrario l'una rispetto all'altra, e questo determina una economicità di produzione e gestione dei ricambi eccezionale: infatti credo sia la piccola elettrica più economica sul mercato.

 Capisco che chi guarda solo all'estetica possa rimanere dubbioso, ma la genialità della progettazione dovrebbe fugare ogni perplessità e farla piacere. Pensate a quando uscì la prima Espace: un carrozzone grasso e sgraziato, che però proponeva un "multiuso" degli spazi interni che le fece avere subito un grande successo.

 Viva la genialità dei designer contro l'appiattimento delle menti!

E a proposito di appiattimento delle menti, ecco adesso l'Intelligenza Artificiale!!! Per prova ho inserito la frase "creatività francese nel disegnare automobili" in ChatGPT ed è uscito il post che riporto sotto. Nulla da dire sui contenuti e sul modo di esprimerli, anzi... temo solo che tra poco, oltre al fatto che già i media ci dicono cosa dobbiamo pensare di qualsiasi argomento, non saremo nemmeno più in grado di esprimerci perché ci sarà qualcuno che lo farà per noi, e non avremo più idee nostre (seppure ancora ne abbiamo)... Ma questa è un'altra questione, molto più vasta e profonda, da affrontare...

INPUT: creatività francese nel disegnare automobili

ChatGPT:

La creatività francese nel design automobilistico ha una lunga e illustre storia, caratterizzata da un approccio distintivo e innovativo alla progettazione dei veicoli. Ecco alcune caratteristiche e influenze della creatività francese nel design automobilistico:

1. Originalità stilistica: I designer automobilistici francesi spesso si distinguono per la loro originalità e audacia nello stile. Questo si traduce in linee fluide, forme innovative e dettagli distintivi che conferiscono ai veicoli un aspetto unico e riconoscibile.

2. Fusione di arte e tecnologia: Il design automobilistico francese spesso cerca di fondere l'arte con la tecnologia, creando veicoli che non solo sono esteticamente belli, ma anche funzionali e all'avanguardia dal punto di vista tecnologico.

3. Innovazioni funzionali: Oltre all'aspetto esteriore, i designer automobilistici francesi sono noti per introdurre innovazioni funzionali nei loro veicoli. Queste innovazioni possono riguardare l'ergonomia degli interni, soluzioni di storage creative o caratteristiche uniche di sicurezza.

4. Focus sull'esperienza di guida: Molti modelli francesi sono progettati con un'enfasi sull'esperienza di guida e sul comfort dei passeggeri. Ciò si traduce in veicoli che offrono una guida piacevole, con una particolare attenzione alle sospensioni e alla maneggevolezza.

5. Eclettismo e diversità: Il panorama automobilistico francese è caratterizzato da una varietà di marchi e stili, che spaziano dai veicoli di lusso e di alta gamma a modelli più accessibili e pratici. Questa diversità si riflette nel design, con ogni marchio che porta il proprio carattere distintivo ai propri veicoli.

6. Sostenibilità e innovazione tecnologica: Negli ultimi anni, i designer automobilistici francesi hanno abbracciato la sfida della sostenibilità ambientale e dell'innovazione tecnologica, progettando veicoli elettrici e ibridi che combinano prestazioni ecologiche con un design accattivante.

In sintesi, la creatività nel design automobilistico francese si manifesta attraverso un approccio unico che integra originalità stilistica, innovazione tecnologica e un'attenzione particolare all'esperienza di guida e al comfort dei passeggeri. Questo ha contribuito a creare un ricco patrimonio di veicoli iconici e innovativi che continuano a suscitare ammirazione in tutto il mondo.

9.8.21

Superbonus e dubbi sul cappotto

L'agevolazione del Superbonus con cui sono ripartiti cantieri ed economia globale dopo un periodo difficile dovuto alla pandemia sembra essere un'ottima cosa. Oltretutto l'opportunità di avere edifici più efficienti energeticamente con relativo grande beneficio per l'ambiente e il nostro (o meglio dei nostri figli) futuro. Gli obiettivi che ogni volta vengono ratificati dalle assemblee degli stati più potenti cominciano a sembrare più vicini, anche se probabilmente è ormai troppo tardi (vedi i continui cataclismi degli ultimi tempi)... ma questo è un altro discorso.

Pur contento che sia ripartito il settore edilizio, motore della nostra economia (anche grazie alla possibilità dello sconto in fattura), mi rimane qualche perplessità sulle modalità con cui tutto ciò si sta realizzando. In particolare il mio dubbio riguarda tutti questi bei cappotti termici con cui stiamo coprendo i nostri edifici. Mi spiego meglio con un paio di esempi.

12.12.20

Il Fuorisalone di Milano 2019

 Milano è una città bellissima, e il Fuorisalone un'ottima occasione per vederla in un periodo pienamente creativo. Quest'anno, diversamente dall'anno scorso, ho dedicato alla visita solo un giorno, per cui ho preferito il Fuorisalone al Salone ufficiale. Scelta strana? No, dal mio punto di vista. Ma andiamo con ordine. Sveglia alle 4.30 e treno alle 6 che da Roma arriva a Milano alle 8.55. Ripartenza alle 21: dodici ore piene. Scarpe buone e gambe allenate e via.

Prima tappa Brera Design District, passando per Porta Nuova, altro gioiello di questa città. Quest'anno Brera non mi ha impressionato tanto, sarà perché l'avevo passato in rassegna già l'anno scorso, sarà perché alle 9.45 di mattina molti posti erano ancora chiusi, ma in fondo mi ha fatto pensare alla Via Gregorio VII di Roma, dove semplicemente trovi negozi di arredamento a gogò. Unica cosa che mi ha colpito un geniale contenitore per risparmio d'acqua visto in un laboratorio di Lund University School of Industrial Design (penso a mia moglie Marta che vuole sempre l'acqua calda in cucina e tiene aperto il rubinetto difendendolo con i denti da me e dalle figlie che lo vogliamo chiudere per evitare lo spreco d'acqua).

Ngoro Ngoro, il mio mascherone da lavoro...

 Oggi il modo di lavorare è cambiato completamente anche da soli 10 anni fa. Ci sono vari motivi che hanno spinto a questo cambiamento. I principali, a mio avviso e nel mio caso, sono:


- il potenziamento dei computer portatili (i notebook), che permettono ormai di portarsi il proprio lavoro dovunque si vada. Anzi per la verità ormai con il cloud non c'è neanche bisogno di portarsi il notebook dietro: basta un iPad o addirittura uno smartphone. Mia figlia non usa nemmeno più il notebook, ma fa tutto con i programmi dell'iPad;

18.10.18

Genius Loci, chi era costui?

Quando io ho frequentato la facoltà di Architettura all'Università di Roma (ormai diversi decenni fa), negli esami di progettazione bisognava rispondere alle richieste di una committenza, più o meno come si fa nel lavoro professionale, e molti professori erano fissati con il Genius Loci, lo "spirito del luogo": una delle condizioni di approvazione di un progetto era proprio quello di tenerne conto e dimostrare come se ne leggevano le tracce nei propri elaborati.

Quello del Genius Loci è un concetto che ci viene tramandato dall'antichità: tutte le grandi civiltà, in qualsiasi luogo del mondo, hanno sempre fatto riferimento ad energie, divinità e quant'altro, con un'attenzione particolare alle caratteristiche dei luoghi dove vivere e lavorare. Possiamo pensare anche alle caratteristiche dei luoghi, alle preesistenze, a tutto ciò che in generale ci ha preceduto nel luogo dove progettiamo.

28.4.18

Milano e il Fuorisalone (ah già, c'era anche il Salone del mobile...)

Il Salone del mobile di Milano è uno degli appuntamenti importanti a livello internazionale. Uno dei pochi, pochissimi, in Italia. Per noi del settore è sicuramente un evento importante, quasi immancabile, anche se l'informazione nel campo è così capillare, tra newsletter, riviste e portali web, che in realtà di vere novità se ne trovano poche. Comunque bello e a tratti interessante.

Quello che però mi ha colpito in questi tre giorni di maratone, di cui uno solo dedicato al Salone, è tutto il contorno: il Fuorisalone con i suoi eventi e la città di Milano.

Ma andiamo con ordine.