Milano è una città bellissima, e il Fuorisalone un'ottima occasione per vederla in un periodo pienamente creativo. Quest'anno, diversamente dall'anno scorso, ho dedicato alla visita solo un giorno, per cui ho preferito il Fuorisalone al Salone ufficiale. Scelta strana? No, dal mio punto di vista. Ma andiamo con ordine. Sveglia alle 4.30 e treno alle 6 che da Roma arriva a Milano alle 8.55. Ripartenza alle 21: dodici ore piene. Scarpe buone e gambe allenate e via.
Prima tappa Brera Design District, passando per Porta Nuova, altro gioiello di questa città. Quest'anno Brera non mi ha impressionato tanto, sarà perché l'avevo passato in rassegna già l'anno scorso, sarà perché alle 9.45 di mattina molti posti erano ancora chiusi, ma in fondo mi ha fatto pensare alla Via Gregorio VII di Roma, dove semplicemente trovi negozi di arredamento a gogò. Unica cosa che mi ha colpito un geniale contenitore per risparmio d'acqua visto in un laboratorio di Lund University School of Industrial Design (penso a mia moglie Marta che vuole sempre l'acqua calda in cucina e tiene aperto il rubinetto difendendolo con i denti da me e dalle figlie che lo vogliamo chiudere per evitare lo spreco d'acqua).

Passiamo oltre.
A Tortona arriviamo a Superstudio, storica location di moda e design, dove per entrare bisogna registrarsi online, per cui davanti all'ingresso c'è sempre una moltitudine di persone che si stanno registrando "al volo", a volte senza riuscirci: dopo averlo dovuto saltare l'anno scorso, quest'anno ho avuto la splendida intuizione alle 4.30 di mattina e mi sono registrato da casa, passando davanti alle decine di persone che combattevano con gli smartphone in mano... All'interno tanti stand con proposte tecnologiche, idee innovative e molti spazi arredati, qualcuno più da negozio di arredamento che da design creativo... Comunque vale assolutamente la pena.

Poco più in là lo showroom di Hiro Independent Design. E qui voglio spiegare perché se ho una sola giornata preferisco questi spazi al blasonatissimo Salone del mobile. Il Fuorisalone per me rappresenta la vera creatività, quella non legata al mercato, alle grandi firme, quella snobbata dai grandi marchi, una sorta di Mar dei Sargassi, dove i Pirati del Design si battono per le loro idee e si mettono in gioco senza lo scudo di un nome altisonante: il Fuorisalone è la Mompracem della fantasia applicata al vivere quotidiano. Al Fuorisalone mi sento come in un paese libero, attorniato dai ribelli del design. Non tutto è di alto livello naturalmente, ma l'atmosfera mi piace molto.

Da Tortona passiamo a quello che secondo me è il posto da non perdere, quello poco reclamizzato ma di gran lunga il più bello di tutta la Milano di questi giorni: la galleria di Rossana Orlandi. Qui veramente si trova il design più bello, divertente, particolare e artistico che ci sia. La Orlandi deve essere un genio nelle scelte che fa. Non la conosco ma mi fa pensare a quel personaggio interpretato da Meryl Streep ne "Il diavolo veste Prada": scelte e idee precise, non sbaglia niente, una Re Mida del design. Gli spazi che mette a disposizione sono strapieni di idee divertenti, nuove, di arte: se avessi solo un'ora di tempo per visitare il Fuorisalone non c'è dubbio che questa sarebbe la mia meta. Naturalmente, con grande senso dell'humour, all'uscita della galleria ci aspetta una ciotolona di caramelle Rossana. Quest'anno (se c'era anche l'anno scorso me lo sono perso) la Orlandi ha allestito anche un grande locale, stile industriale, a tema sul riciclo della plastica in mille diversi modi: dalle giacche ai teli in stile copertina di lana che faceva mia nonna all'uncinetto.

Galleria Rossana Orlandi
La mia amica Loredana, che vive a Milano e nel Fuorisalone ci passeggia tutta la settimana, consiglia e ci porta a Palazzo Litta, dove in una cornice barocca si trovano installazioni di artisti e designer. Da vedere. Nel teatro poi si prova il "Birdy": un simulatore di volo che permette di planare sulla città come un uccello, con tanto di sbattere d'ali.

Birdy a Palazzo Litta

DIN a Lambrate
Alle 19.00 io e mia figlia Carolina siamo distrutti: sono praticamente 10 ore che camminiamo. Pausa a casa di Loredana, cena veloce e poi alla stazione dove alle 21.00 riprendiamo il treno per Roma.
A mezzanotte e mezza siamo a casa, esausti ma contenti. Che giornata!
P.S. Trovate le foto della giornata qui